A cura di Alessandro Gaido
Fotografie di Diego Dominici
Le botteghe dei sogni
Che futuro avranno le botteghe dei sogni? Perché è questo che i cinema sono fin dalla loro nascita: luoghi che vendono, a buon prezzo, sogni alla loro clientela, al loro pubblico di affezionati. Questo viaggio attraverso 35 cinema del Piemonte parte proprio da qui.
Il patrimonio di sale della nostra regione è un caleidoscopio di professionalità, architetture, arredi, storie ed emozioni. La sala è stata e resta un luogo di socializzazione, una sorta di tempio laico con i suoi riti, i suoi fedeli e i suoi officianti. Intorno ad essa ruota il lavoro collegato al cinema, quest’ultima moderna arte creata dall’uomo. I proprietari e i gestori ne sono il cuore pulsante. Alcuni di loro si tramandano i segreti di questo mestiere fin dalla nascita dei primi cinematografi e sono da sempre un tassello importante della storia di quest’arte o industria che dir si voglia. Altri hanno fatto di questa passione un lavoro a tempo pieno. E resistono, combattono, si ingegnano per non mollare la presa. Altri ancora hanno deciso di offrire un servizio culturale alla propria comunità, dedicandovi le ore del proprio tempo libero. Sono queste le tre principali categorie di esercenti che abbiamo incontrato lungo il nostro cammino. Con loro c’è una nutrita truppa di lavoratori: cassieri, proiezionisti, baristi, maschere, tecnici…in molti casi gli stessi famigliari, in altri volontari, spesso dei dipendenti.
A determinare la vita e la morte di queste botteghe artigiane c’è il pubblico. Coloro che per generazioni hanno acquistato questi prodotti così effimeri ma “fatti della stessa materia dei sogni”: sensazioni, ricordi, pensieri, idee… A sottolineare questo aspetto, in mostra sono inseriti i testi di alcuni assidui frequentatori di sale cinematografiche: Bruce Springsteen, Cesare Pavese e Beppe Fenoglio. Tre esempi, tra i tanti, di come il cinema abbia influenzato le persone e in alcuni casi abbia generato nuova arte.
Tornando alla nostra domanda inziale: che futuro avranno le botteghe dei sogni? Non abbiamo e non pretendiamo di avere una risposta. Ci siamo limitati a ritrarre questo mondo, a bloccare in una fotografia un passaggio cruciale della sua storia. Gli scatti esposti dimostrano però una cosa: questa realtà esiste e possiamo ancora preservarla. Perché la vera domanda per l’avvenire è un’altra: questa industria è nata solo per vendere un prodotto o anche per diffondere arte regalando emozioni?
Alessandro Gaido
La mia Resistenza
Sono entrato in ogni cinema in punta di piedi per scattare fotografie. Inconsapevolmente, ognuna delle 35 sale che ho visitato, si è trasformata in uno spettacolo, fatto di amore e passione. Tanto da spingermi a voler continuare questo progetto nei prossimi anni.
Attraverso le parole di proprietari e gestori, ho conosciuto le loro storie e mi sono realmente reso conto della trasformazione che il cinema sta vivendo, specchio della nostra società.
Ho visto luoghi, oggetti e macchinari che attraverso gli anni anno regalato emozioni a 24 frame al secondo, che hanno fatto incontrare le persone sul terreno dei sogni.
Luoghi affascinanti; lavori che trascendono nella vera e propria passione; persone di ogni età che trepidano all’ingresso. Questo è il Cinema come lo sognavo, come lo ricordavo, come l’ho incontrato nel mio viaggio fotografico.
Diego Dominici